Nato nel Surrey nel 1867 in una famiglia dell’alta borghesia, era stato indirizzato da tempo a seguire le orme paterne diventando egli stesso avvocato. Con la scusa di studiare diritto internazionale, coltivando la preziosa amicizia con Joseph Conrad, Galsworthy si dedicò alla scrittura e nel 1932 il primo capitolo della Saga gli valse il Premio Nobel per la Letteratura.
Perché dovremmo leggerlo?
Se desiderate penetrare a fondo lo spirito vittoriano e forse l’intera cultura anglosassone, questi sono i romanzi che fanno per voi. Diffidate dalle edizioni più recenti, la sciatteria potrebbe lasciarvi l’amaro in bocca; vi auguro invece di trovare la traduzione di Elio Vittorini, o qualcosa che almeno si avvicini allo stile e alla prosa che rendono giustizia a ogni personaggio. Oggi, come ai tempi di Galsworthy, guardare alla cultura del “possedimento” estesa non solo ai beni materiali ma anche (soprattutto?) alle persone è un esercizio spirituale oltre che intellettuale.