Calendario dell’Avvento Letteario – 10 Dicembre

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“È uno di quegli isterici convinti di essere stati offesi e bistrattati. Soffrono contemporaneamente di mania di grandezza e complesso di persecuzione.”

Israel Joshua Singer, La famiglia Karnowski

Oggi nel Calendario dell’Avvento Letterario proponiamo uno dei migliori romanzi sul tema dell’antisemitismo, La famiglia Karnowski di J. J. Singer. Sebbene l’argomento sia stato ampiamente sviscerato, questo testo lo affronta con una prospettiva inedita,  perché la affronta dall’interno, senza indugiare sugli orrori perpetrati nei campi di sterminio ma fermandosi sulla soglia di quel meccanismo psicologico che sottende a ogni tipo di razzismo.

“Si restava sempre legati a seccature varie, parenti scomodi, strane superstizioni, abitudini e tradizioni.  Ci si trasportava dietro l’eredità delle generazioni   precedenti come stracci di cui non ci si poteva disfare. Un padre non era il padrone del proprio figlio.”

Nato in Polonia nel 1893, l’autore collaborò con riviste e giornali polacchi e ucraini per poi trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti nel 1934. Proprio il suo trasferimento descrive ne La Famiglia Karnowski la prospettiva inedita di coloro i quali sono sfuggiti in tempo dalla vecchia Europa per trovarsi in una realtà non necessariamente migliore o favorevole.

Perché dovremmo leggerlo? La famiglia Karnowksi ci insegna molto sul concetto di razzismo: perfino in seno alla medesima famiglia si genera l’etichetta distorta di ebreo di serie A e di serie B. Infine, allora, chi è “l’altro”? È qualcuno che percepiamo come diverso da noi. I ribaltamenti di prospettiva di questo romanzo sono infiniti, e attraverso le tre generazioni possiamo immedesimarci nel perseguitato e nel persecutore, comprendendo come nessuno di noi sia davvero esente da simili, pericolosi, meccanismi psicologici.

“Come avviene spesso quando è in arrivo una catastrofe, la gente si autoconvinceva del fatto che se qualcosa doveva succedere, sarebbe successo agli altri.”

Articolo di Greta Cerretti

“Leggo perché non so volare.”

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